Un nuovo allievo

‪Arriva un possibile nuovo allievo. Può essere un professionista o un principiante. Prima cosa trovare il modo di metterlo a proprio agio per ottenere di ascoltarlo cantare come fa abitualmente. Seconda cosa è trattenersi dal pensare e capire e analizzare tutto subito, delle volte può essere corretta e completa la prima analisi ma in genere son le proprie cornici e categorie mentali, di gusto e tecniche a posizionarlo velocemente all’interno di esse tagliando, tralasciando e subendo anche l’ovvia reazione affascinata o infastidita di cose proposte e ottenute e fatte con un diverso settaggio e utilizzo nel sistema complesso canto. Terzo: se delle cose funzionano anche se non si capisce come e perché avere molta cura che l’insegnamento delle altre non le vanifichi. Quarto: chiedersi come essere un utile strumento per il cantante che abbiamo di fronte e non farlo rientrare in un’ideologia accademica, per quanto buona annullerebbe le differenze e uniformerebbe appiattendo verso il basso la vera tecnica che è sempre leggermente diversa su persone e anime diverse. Quinto: chiedersi regolarmente se si sta sbagliando tutto e far mente locale a dei test che facciano capire se si ha ancora un’idea fresca e vispamente utile invece che solo una strada che va in un punto deciso tempo prima e che va ricorretta o almeno ricontrollata come se fosse nuova man mano che ci si sposta dal punto del controllo precedente. Il canto si giudica dal canto e non da idee di come si fa, altrimenti Gould e Richter e Backhaus avrebbero dovuto avere la stessa proporzionale altezza del panchetto e Hari Hoenig non dovrebbe esistere. Sesto: ricordarsi che la tecnica vocale serve per ottenere musica e risultati musicali efficaci senza danneggiarsi e questo è possibile farlo con infinite varianti di cose simili e che il nostro è uno strumento complessissimo e nessuno di noi lo capisce tutto e fino in fondo.